mercoledì 15 luglio 2009

Il topo e il serpente

Tommaso era un topo vivace e ficcanaso, che finiva sempre in un mare di guai. Era più forte di lui la curiosità che lo spingeva ad ardite avventure.
Un giorno, stanco dei piccoli lavori domestici cui era delegato, disse alla sua mamma: “E’ una bella giornata piena di sole, vado per i campi a giocare”
“Mi raccomando, Tommaso,
- ripeté più volte la madre – non avvicinare chi non conosci. Gioca solo con i topini che frequenti abitualmente!”
A Tommaso non parve vero. Scorazzò in lungo e in largo, libero per i campi in fiore. Sostò ai piedi degli alberi. Riprese le sue corse, finché, stanco, si sdraiò a prendere un po’ di sole nei pressi di un masso.
Quando riaprì gli occhietti, vide dinanzi a sé un serpentello verde brillante, che si ergeva a scrutarlo. “Ehi, e tu chi sei?” – chiese allarmato Tommaso – “Da dove salti fuori?”
Il serpente, vanitoso e spiritoso, rispose: “Sono Gabriello, il serpentello più bello della radura. Giochiamo assieme? A me piace fare tanto a nascondino!”
Tommaso rifletté: “Uhm … Beh …Si dà il caso che sia ormai tardi e che mia madre mi aspetti”. “Oh! Non andare via, ti prego – esclamò Gabriello il serpentello più bello – Amico mio, fammi compagnia ancora per un po’. Mia madre è lì, vicino al ruscello. Sta cambiando l’abito, vieni a vedere!”

Tommaso, sorpreso, volle curiosare. Ma, timoroso, non si avvicinò al corso d’acqua. Da lontano poté osservare con grande meraviglia la muta di mamma serpe la quale, più vanitosa del figlio, si specchiava nelle acque limpide e fresche, mentre il suo vecchio abito cadeva a brandelli pezzo dopo pezzo.

Il topo, a quella vista, scappò di corsa a casa e, non potendo nascondere l’accaduto, esordì: “Mammina, sai che oggi ho conosciuto un nuovo amico?” La madre, volendo indagare, incalzò: “Veramente, Tommaso? E dove?” Così il topolino iniziò a raccontare: “Ero a prendere il sole sopra un masso, mamma, quando, aprendo gli occhi, ho visto un esserino esile, esile, tutto verde e contorto che ergeva il capo dinanzi a me e mi guardava incuriosito. Che tipo strano! Dovevi vederlo! Ma ancora più strana era la sua mamma, che cambiava abito nei pressi del ruscello. Tu, mamma, non hai mai fatto così!”
Mamma topo, a quelle parole, inorridì: “Tommaso, topino imprudente e disobbediente, sai in chi ti sei imbattuto? Sono serpenti! E tu sai che cosa fanno i serpenti a topini come te? Li mangiano in un solo boccone! Ahmm! E Tommaso non c’è più.”

Imprudentia nocet

martedì 14 luglio 2009

mercoledì 8 luglio 2009

Ai Potenti della Terra. G8 in Abruzzo

Tu che tremi ancora in più parti del mondo facendo ascoltare la veemenza della Tua voce, Tu che vieni violato dalla bramosia di certi potenti, Tu che, nonostante tutto, provvedi ancora al nostro pane quotidiano, Tu sai bene quanta infamia si consuma sulla Tua "pelle".
San Francesco d'Assisi avrebbe detto: “Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.”
A nulla valgono i Tuoi lamenti, i Tuoi boati, le esplosioni delle Tue collere, mentre certi Grandi continuano, inebriati dai fatui successi, insuperbiti dalla smisurata ricchezza, sordi al dolore e alla
disperazione dei Tuoi figli, dei loro fratelli.
Si sentono padroni della Terra, di Te che sei la vera Signora, la Madre.
Cara Madre Terra, si potrebbe proprio dire che hai covato una serpe in seno. Già, l’uomo, ingordo e famelico, arrogante e prepotente, quel Caino, è la vera serpe nel Tuo seno. La Bibbia non sbaglia.
Cara Madre Terra, ora tocca a Te. Fa sentire forte la Tua voce. Fa che certi Signori, padroni delle armi, padroni della guerra, padroni dell’oblio, padroni della vita e della morte dei loro fratelli, padroni della menzogna si ravvedano. Fa che per un solo istante vedano con gli occhi del cuore che cosa significhi un figlio morto, un marito senza lavoro o torturato, una sorella stuprata, una figlia umiliata, una madre o un padre senza più forze e lacrime da versare. Fa che per un solo istante, quei Signori, rapiti in un sogno profetico, vedano il proprio desco coperto da insetti, piuttosto che dai succosi frutti dati dal Tuo humus; fa che vedano i figli con lo sguardo perso nel vuoto e il ventre gonfio di ascite. Forse solo allora temeranno e tremeranno.
Solo allora spereranno in un mondo più giusto, un mondo dove si possa pregare così
Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature. Solo allora Tuo figlio, l’uomo, tornerà a guardare negli occhi l’altro Tuo figlio, suo fratello. Solo allora i Tuoi frutti saranno equamente divisi e distribuiti. Solo allora vi sarà un mondo di fratellanza, uguaglianza e libertà e Tu gioirai come tutte le madri felici di sapere i propri figli in pace e in armonia.

I have a dream.